Stampa questa pagina

L'idea: un Geologo in ogni Comune

Scritto da Davide di Vito

intervista all’esperto geologo Massimo Bavusi

 

Cos’è davvero un terremoto in termini pratici?

Un terremoto è uno spostamento improvviso di una enorme massa di roccia lungo una struttura detta faglia. Il fenomeno è in grado di produrre una notevole quantità di energia sotto forma di onde sismiche. Quando le onde sismiche raggiungono la superficie terrestre si comportano in modo molto simile alle onde di uno stagno in cui viene gettato un sasso, allargandosi concentricamente fino a che l'energia non è completamente dissipata. Il problema è che su quello "stagno" ci viviamo e costruiamo le nostre abitazioni e infrastrutture che non sempre sono concepite per resistere agli spostamenti e alle accelerazioni al suolo che si producono al passaggio delle onde sismiche.

Il sisma che ha sconvolto il Centro Italia arriva dopo quello dell’Emilia nel 2012 e dell’Aquila nel 2009, per citarne gli ultimi della storia recente. Come mai questa ciclicità ?

Il terremoto dell'Emilia del 2012 è molto diverso come genesi rispetto a quello dell'Aquila del 2009 e a quello del 24 agosto scorso. Questi ultimi invece sono "imparentati" con quello dell'Umbria e Marche del 1997 perché lo sono le faglie che li hanno generati. Io non parlerei, però, di ciclicità perché se così fosse, sapremmo con precisione quando aspettarci un forte terremoto. Quello che possiamo dire è che, per la conformazione geologica dell'Italia, è lecito aspettarsi un forte terremoto ogni 10-15 anni o anche meno. Purtroppo non possiamo dire né dove né quando colpirà. Ecco perché oggi occorre investire sulla prevenzione.

 

Come succede spesso in questi casi dopo la tragedia si parla di prevenzione, cosa significa esattamente?

Fare prevenzione significa adeguare il nostro patrimonio edilizio per metterlo in condizioni di resistere ad un forte terremoto. Significa anche modificare i nostri comportamenti in modo da essere preparati all'evenienza. Le faccio un esempio automobilistico. Nessun sistema ci permette di prevedere un incidente stradale però possiamo adottare una guida prudente e, poiché ciò non basta, abbiamo imparato a costruire automobili che si deformano progressivamente ed in modo controllato durante l'impatto per salvaguardare al meglio la vita degli occupanti. Allo stesso modo possiamo costruire edifici antisismici, in grado di resistere alle sollecitazioni che, al limite, si danneggiano, ma non crollano lasciando la possibilità a chi li usa di mettersi in salvo. Quelli realizzati dopo il 2008 rispettano la normativa più recente e sono pertanto antisismici ma il patrimonio edilizio più vecchio, che poi è anche il più cospicuo, è da adeguare. La tecnologia per rendere più sicuri anche gli edifici più vecchi esiste già, solo che non l'adottiamo in modo sistematico. Allo stesso modo, sapere quali sono i comportamenti corretti da tenere durante e dopo un terremoto può fare la differenza per ridurre il danno. Investire sulla prevenzione richiede una grande consapevolezza da parte di tutti, governo centrale, enti locali e cittadini e la volontà politica di fare investimenti su questo.

 

La Basilicata e l’Irpinia col sisma del 1980 sono state devastate e quasi interamente ricostruite. Come sta il nostro patrimonio edilizio pubblico e privato?

Dopo quel terremoto si è finalmente iniziato a ragionare in termini di prevenzione con la legge 219/81 che finanziava gli interventi di riparazione, ricostruzione e adeguamento degli edifici pubblici e privati. Quella legge, su cui pure si sono consumati enormi sprechi sulle misure indirizzate alla costruzione di nuove infrastrutture e all'impianto di nuove zone industriali, ci lascia tuttavia un patrimonio edilizio pubblico e privato sicuramente migliore di quello danneggiato nel 1980. Il vero problema è che il 33% circa del patrimonio edilizio, in Basilicata come altrove, è precedente al 1945, l'80% è precedente al 1980 e soltanto una parte è stata interessata dai lavori di miglioramento. I centri abitati che hanno ben utilizzato la L. 219/81 certamente reagirebbero a un terremoto come quello del 1980 molto meglio dal punto di vista della sicurezza, tuttavia non va nascosto che le misure allora adottate sono oggi ampiamente superate dalla normativa antisismica più recente (NTC2008). Va da sé che il patrimonio edilizio che oggi può essere considerato antisismico è certamente quello costruito dopo il 2008, e costituisce una percentuale molto piccola.

 

Se ci fosse un terremoto in Basilicata, equivalente a quello verificatosi in Centro Italia, quali effetti potrebbero verificarsi rispetto al 1980 ?

La Basilicata ha subito nel 1980 un terremoto di magnitudo 6.9, circa trenta volte più forte di quello verificatosi lo scorso 24 Agosto in Italia centrale. Pertanto, se dovessimo subire un terremoto di magnitudo 6.0, non credo assisteremmo a quella devastazione del 1980 che molti di noi ricordano, anche se è difficile immaginare che ne usciremmo perfettamente indenni. Come dicevo, il patrimonio edilizio è migliore di quello di allora, ma oggi la Basilicata è una realtà diversa con impianti industriali e infrastrutture importanti che pongono nuovi problemi di vulnerabilità sismica. In caso di sisma, inoltre, assisteremmo quasi certamente alla riattivazione di frane e crolli in roccia sui nostri versanti con ripercussioni sulla viabilità (non dimentichiamo che un altro grande problema affrontato in Italia con la stessa logica dell'emergenza e della mancata prevenzione è quello relativo al rischio idrogeologico, non meno importante di quello sismico). Infine, mi chiedo come reagirebbero le nostre città congestionate dal traffico immediatamente dopo un sisma importante.

 

Un geologo in ogni comune potrebbe essere importante per fare una seria prevenzione. Come mai secondo lei questa figura non è stata ancora istituita dalle amministrazioni pubbliche?

La Regione Emilia Romagna si è mossa per prima in questa direzione firmando un protocollo d'intesa definito "Un geologo in ogni comune" con il locale Ordine dei Geologi. Sarebbe auspicabile estendere questa iniziativa a livello nazionale rendendo il geologo una figura di riferimento insieme ad altre professionalità nella gestione responsabile del territorio e delle emergenze. La carenza cronica di risorse è solo un pretesto per non impiegare sistematicamente questa figura professionale presso gli enti locali. I costi di una operazione di questo tipo sarebbero di molto inferiori a quelli che oggi sosteniamo per rimediare ai danni. E' la scarsa cultura della prevenzione che manca e che fa si che i fondi vengano spesi su altre voci, quasi sempre per niente prioritarie. A pensar male, potrei aggiungere che il geologo è percepito come qualcuno che pone vincoli, e questo, notoriamente non piace. I geologi vengono interpellati dai media soltanto dopo un disastro dando l'impressione che servano soltanto a spiegare cosa è successo e cosa avremmo dovuto fare per evitare il disastro. In realtà, se fossero interpellati quotidianamente dai cittadini e dalle amministrazioni pubbliche, potrebbero svolgere un'importante funzione preventiva, identificando situazioni di rischio e suggerendo misure di mitigazione.

 

L’ultima legge nazionale in materia di criteri antisismici fu varata nel 2009 dopo il terremoto dell’Aquila. Esiste una legge in Basilicata in materia?

Esistono diverse leggi statali e regionali che compongono il quadro della legislazione antisismica cui è soggetta la Basilicata. Innanzitutto c'è la legge n. 64 del 2 febbraio 1974 che istituisce una classificazione sismica basata su criteri scientifici. Nel 1981 si adotta la classificazione proposta dal CNR che suddivide il territorio nazionale in 3 categorie, ma ha il difetto di classificarne solo il 45%. Con l'OPCM n. 3274 del 2003, l'intero territorio nazionale viene classificato in quattro zone, dalla zona 1, la più pericolosa, alla zona 4 e viene istituito l'obbligo per gli enti gestori di provvedere alla verifica sismica degli edifici strategici tra cui le scuole. Sempre a livello statale, un vero e proprio spartiacque nella progettazione antisismica è costituito dalle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008) che definiscono criteri prestazionali delle opere in base all'accelerazione propria del sito, alla tipologia e alla vita utile della struttura. A livello regionale c'è la L.R. n. 38 del 6 agosto 1997 che definisce le modalità per la vigilanza delle costruzioni nelle aree definite sismiche e le norme per l'adeguamento e formazione degli strumenti urbanistici seguita dalla Delibera del Consiglio Regionale n. 575 del 4 agosto 2009 "Regolamento per l’esecuzione dei controlli - Regolamento di attuazione della L.R. n. 38 del 6 agosto 1997 - Norme per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di difesa del territorio dal rischio sismico". Infine, recependo la legge n.77/2009, la Basilicata ha avviato la microzonazione sismica del suo territorio con un'intesa tra l'Ufficio Difesa del Suolo di Potenza del Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti e l'Ordine dei Geologi di Basilicata. In ogni territorio "microzonato" vengono identificate le zone stabili, quelle che danno luogo ad amplificazione sismica e, infine, quelle potenzialmente instabili. La microzonazione sismica è un prezioso strumento conoscitivo che permette di tenere conto delle aree più pericolose nelle scelte per la localizzazione e lo sviluppo di un territorio. Attualmente il Dipartimento Ambiente e Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti riferisce di 28 studi di microzonazione completati (annualità 2010), 39 approvati e in corso di pubblicazione (annualità 2011) mentre è in corso di avvio la terza annualità (2012). Di pari passo con la microzonazione sismica, è stata avviata anche l'analisi per la Condizione Limite per l'Emergenza (CLE) che identifica le aree e le infrastrutture utili a garantire le funzioni strategiche di emergenza in caso di sisma e le eventuali interferenze che potrebbero ostacolare la gestione dell'emergenza. Questo quadro normativo ha prodotto verifiche e interventi sugli edifici pubblici strategici come le scuole nonché un patrimonio edilizio recente con prestazioni antisismiche. Il punto cruciale riguarda l'edificato privato preesistente, che nella migliore delle ipotesi, ha ricevuto interventi con la L. 219/81 e che andrebbe adeguato alle nuove norme. Al momento sono previste detrazioni fiscali per l'adeguamento sismico volontario degli edifici esistenti, ma si tratta di interventi costosi non sempre alla portata dei cittadini che andrebbero sostenuti con finanziamenti specifici.

 

Che significa costruire in maniera antisismica?

Le Norme Tecniche per le Costruzioni 2008 non lasciano alcun dubbio. Significa garantire determinate prestazioni di un edificio rispetto a quattro diverse condizioni in cui la struttura può venire a trovarsi durante un evento sismico: 1) SLO - Stato Limite di Operatività: la struttura non subisce danni e interruzioni d'uso significativi; 2) SLD - Stato Limite di Danno: la struttura subisce danni tali da non mettere a rischio gli utenti e da non compromettere la sua rigidezza e può subire interruzioni d'uso; 3) SLV- Stato Limite di salvaguardia della Vita: la struttura subisce rotture e crolli delle componenti non strutturali e impiantistiche, danni strutturali con perdita di rigidezza ma conserva parte della resistenza al collasso; 4) SLC- Stato Limite di prevenzione del Collasso: la struttura subisce rotture e crolli delle componenti non strutturali e impiantistiche, danni strutturali molto gravi e conserva un esigua resistenza al collasso. La prestazione da garantire dipende dall'importanza e dal tipo di costruzione. Un ospedale deve garantire l'operatività anche in caso di forti terremoti (SLO). Un'abitazione privata deve garantire l'operatività (SLO) per terremoti lievi e medi, un danno accettabile per quelli forti (SLD) mentre si fa in modo che garantisca almeno la salvaguardia della vita (SLV) per quelli fortissimi. Come si vede, non è vero che una costruzione antisismica non deve subire danni. Può subirli, ma non deve crollare in testa ai suoi occupanti.

 

Secondo lei, ad oggi, le nuove costruzioni rispettano i requisiti antisismici?

Le nuove costruzioni, in particolare quelle costruite dopo il 2009 secondo le NTC2008, rispettano i requisiti antisismici, ma sono una piccola percentuale rispetto all'intero patrimonio edilizio.

 

Infine, quale consiglio darebbe ai cittadini affinché non abbiamo paura del terremoto?

Il terremoto fa paura perché abbiamo tutti in mente le scene di devastazione e i lutti che produce, ma in realtà sono le costruzioni non antisismiche il vero problema. Se sapessimo di abitare in case antisismiche e conoscessimo i comportamenti da adottare, il terremoto ci farebbe meno paura. In realtà disponiamo già di uno strumento che va in questa direzione ma lo utilizziamo poco e male. Ogni città ed ogni centro abitato sono obbligati a redigere ed attuare il Piano di Emergenza che è gestito direttamente dall'Amministrazione comunale sotto la responsabilità del Sindaco. Il Piano di Emergenza indica, tra l'altro, le corrette azioni comportamentali da tenere in caso di terremoto che dovrebbero essere supportate da esercitazioni periodiche. Nella realtà dei fatti questi piani, che servono tra l'altro ad istruire i cittadini e a renderli parte attiva nella gestione dell'emergenza, esistono molto spesso solo sulla carta. I cittadini devono pretendere che i Piani di Emergenza siano attuati e che le esercitazioni previste si facciano realmente. Nel suo piccolo, ciascuno può, inoltre, cercare di informarsi in modo corretto su cosa sono i terremoti e su come si fa prevenzione del rischio sismico. I siti dell'INGV (www.ingv.it) e della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it) sono un buon punto di partenza. Inoltre, è possibile interpellare un geologo e un ingegnere per avere chiarimenti in caso di dubbio sulle caratteristiche sismiche della propria zona di residenza e della propria abitazione. Infine, dovremmo tutti quanti chiedere che si finanzino in modo sistematico, non solo dopo ogni tragedia, gli interventi di adeguamento sismico.

(il Quotidiano del Sud 5-9-2016)

(c) Riproduzione riservata

Articoli correlati (da tag)